Il Porceddu: specialità della Sardegna che devi assolutamente provare

Di posti belli in Italia ce ne sono tantissimi e in generale si può dire che si mangia bene un po’ dappertutto. Se per quest’anno avete però deciso di coccolarvi per bene e di concedervi il massimo non potete scegliere altro che la Sardegna. Quest’isola non vanta solo alcune delle più belle spiagge d’Europa e zone protette a livello Nazionale come riserve naturali e marine, ma anche una tradizione enogastronomica con i fiocchi.

Se fino a oggi della Sardegna vi siete accontentati di provare il pane carasau o il mirto che si trova nei supermarket, fate un passo in più e sceglietela come meta per le vacanze. Prenotando il traghetto online qui https://www.traghetti-sardegna.it/ potrete risparmiare non poco e se venite con il camper potete davvero girarvi tutta l’isola all’avventura.

Porceddu sardo

La punta di diamante di questa cucina fatta di terra e mare, il piatto più sardo che c’è e che ha fatto innamorare milioni di palati è sicuramente il Porceddu; o proceddu, porcheddu, polcheddu che dir si voglia. Da nessun’altra parte potrete mangiarlo buono come dove la sua tradizione è nata. Una volta provato penserete che già il viaggio sia valso la candela. L’allevamento del maiale e il suo consumo sulla tavola dei sardi è una tradizione millenaria (pare addirittura del 5mila a.C.), i ritrovamenti suini nei siti archeologici ne sono la prova tangibile.

È bene tuttavia sapere che il maialino sardo oggi sta sparendo e che quindi non è un prodotto facile da trovare, senza considerare che potrebbe per questo costare un po’ di più. L’animale non è stato protetto come si sarebbe dovuto fare e anche se nel 2006 è stato introdotto il DOP, è stata una mossa fatta un po’ troppo tardi. In tutti casi vale ancora la pena impegnarsi per cercarlo. Il porceddu è uno dei pochi piatti che viene ancora oggi cucinato come una volta e per il quale non si ha nulla da imparare dalla cucina moderna, se non per l’utilizzo di girarrosti elettrici.

Com’è il maialino sardo?

Il maialino per il porceddu è quello di 4-5 chili in età quasi da svezzamento, quindi è un maialino da latte di una ventina di giorni massimo. La sua giovane età fa sì che la carne sia tenera e saporita. Il gusto speciale lo dà il fatto che la cottura è lenta e particolare. L’animale infatti viene cotto intero, infilzato centralmente sullo spiedo e lasciato cuocere lentamente arrosto in posizione verticale oppure orizzontale. Esso viene rigirato spesso per evitare che vi sia troppa perdita di liquidi dalla carne e in modo da avere una cottura omogenea dell’animale.

Il maialino viene aromatizzato prima di essere messo in cottura e anche durante, con delle foglie di mirto e abbondante rosmarino. La cottura del piatto dura anche 3-5 ore e va concentrata specialmente sulla più spessa parte delle costole. Dati i tempi lunghi è chiaro che il piatto non si può mangiare al ristorante se quello non lo prevede come portata del giorno.

La carne, chiara e rosea è gustosissima, così come anche la cotenna croccante che non va mai separata dalla polpa. Il maialino viene tagliato con colpi netti per rompere le ossa di netto e per far sì che le porzioni siano compatte. Nelle occasioni speciali, come matrimoni e cadenze particolari di norma si chiamano degli arrostitori di maialino professionisti che conoscono i trucchi per renderlo ottimo.

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